di Francesco Bellante

02 luglio 2017

PENNE. Domani il Centro riabilitativo Papa Paolo VI di Penne non effettuerà più il servizio seminternato per 10 ragazzi con invalidità ritenute gravi. Rimarranno solo 20 le unità seguite nel seminternato più le attività ambulatoriali e l'assistenza riabilitativa. Un taglio pesante per il Centro pennese, da oltre 40 anni un vero e proprio fiore all'occhiello per l'intero comprensorio vestino.
A livello ambulatoriale sono circa mille le utenze che giornalmente si appoggiano alla struttura pennese, dotata all'interno di piscina, palestra, aula di logopedia e laboratorio didattico. A sollevare la problematica Alessandro Olivieri, 43enne diversamente abile di Penne, che dall'età di 6 anni è in cura nel centro della Paolo VI. 
«La mia non è una mera questione personale», spiega Alessandro Olivieri, «mi faccio portavoce di quei ragazzi che rischiano di rimanere a casa aggravando la quotidianità già difficile delle proprie famiglie. Sono passati quarant'anni da quando sono entrato alla Papa Paolo VI e so che cosa vuol dire vivere e convivere con certe patologie. Quarant'anni fa, eravamo in tre a usufruire di assistenza e mio padre si offriva anche nel trasporto degli altri due ragazzi. Dai 6 ai 18 anni ho usufruito del servizio seminternato, dopo ho invece iniziato le cure riabilitative a livello ambulatoriale (Riabilitazione motoria in piscina e fuori dalla piscina trattamenti fitoterapici)». «Rispetto ad altre strutture, quella di Penne rimane sicuramente un fiore all'occhiello. Si viene qui non per migliorare la qualità della vita. Io so da tempo che non tornerò mai a camminare, ma se dovessi ridurre le mie attività ambulatoriali ne risentirei nella mia qualità della vita: a livello sia fisico sia cognitivo. Con i trattamenti che svolgo riesco invece a fare una vita dignitosa», conclude Olivieri, che è anche socio fondatore dell'associazione onlus "Abbattiamo le barriere". Insomma, a livello regionale hanno ridotto i costi per l'assistenza e tutto ciò graverà sulle famiglie dei pazienti della Papa Paolo VI che non rientrano in determinati parametri.
Il problema sarà soprattutto per chi ha alle spalle situazioni difficili, genitori anziani o per chi vive nei paesi dell'entroterra vestino e ha già problematiche a raggiungere Penne. Per questi ragazzi che non potranno più usufruire dei servizi della Paolo VI di Penne, sicuramente sarà un trauma ulteriore a una condizione già complicata.