Terapie negate da domani a 38 disabili
Penne. Il direttore del Paolo VI, don Marco Pagniello, informa le famiglie: non siamo autorizzati a erogare prestazioni

di Francesco Bellante
31 gennaio 2018


PENNE. Nessuna soluzione per i giovani disabili che usufruiscono del servizio di semi residenzialità nel centro Paolo VI di Penne. Anzi. Dal 1° febbraio, come è stato già detto ai parenti dei ragazzi dal direttore generale della fondazione, don Marco Pagniello, il servizio sarà sospeso. «Gli attuali accreditamenti dell’ente con la Regione Abruzzo non prevedono l’autorizzazione all’esercizio di attività esclusivamente di natura sociale», scrive don Marco. «Occorrerebbe che le istituzioni, con un provvedimento ad hoc, né consentissero la fattibilità. A oggi, nonostante le ripetute richieste formulate al governo regionale, unitamente all’amministrazione comunale di Penne, la fondazione non ha ricevuto nessun provvedimento autorizzativo che la ponga nella condizione di erogare il servizio», precisa il direttore della fondazione agli utenti. Le famiglie dei ragazzi che usufruiscono del servizio di semi internato alla Paolo VI, uniti all’associazione Abbattiamo le barriere, hanno quindi deciso di scendere nuovamente in piazza e manifestare contro la difficile situazione che si è venuta a generare. Il prossimo 3 febbraio, la protesta si terrà in piazza Duomo, proprio dinanzi alla sede della Paolo VI. «Trentotto ragazzi saranno lasciati a casa, abbandonati a se stessi. Ho sposato questa causa con un amore immenso. È una questione di umanità, di principio, d’amore», il commento di Alessia Cacciatore, sorella di un utente della Paolo VI, in prima linea nel difendere i diritti dei ragazzi meno fortunati. I tavoli di lavoro – tra Regione Abruzzo, Fondazione, Comune di Penne e associazione Abbattiamo le barriere – per tentare di risolvere la situazione, al momento, non hanno prodotto risultati. Il problema non sembra essere di natura sociale ma sanitario. Il tavolo di monitoraggio ha infatti stabilito che la riabilitazione per gli adulti è impropria, poiché limita la possibilità per i bambini e i più giovani di usufruire di questo servizio. La logica è che ad effettuare il servizio di semi internato siano esclusivamente coloro che hanno prospettive di migliorare la propria condizione. Per numerosi giovani, adulti o meno adulti che siano, però, fermare le attività riabilitative significherebbe peggiorare la propria condizione di vita e complicare le giornate delle famiglie. Tra gli utenti che si vedranno sospeso il servizio ci sono persone con situazioni familiari davvero complicate, con genitori anziani o che vivono nei paesi dell'entroterra vestino e avrebbero grandissime difficoltà a raggiungere Pescara. «Si fanno tanti sprechi ed è davvero ora che si faccia qualcosa per le persone meno fortunate», attacca Gabriele Frisa, socio fondatore dell’associazione Abbattiamo le barriere onlus Penne. «La frustrazione tra i parenti dei ragazzi diversamente abili è davvero tanta perché li vedono privati di un servizio fondamentale per la qualità della vita. Molti di loro non fanno più miglioramenti, nonostante tutte le terapie, ma senza quel servizio la loro vita peggiorerebbe in maniera drammatica».
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fonte il centro mercoledì 31 gennaio